L‘ABORTO al NONO MESE nello Stato di N.Y. é una bufala? No, NON lo é. Informatevi (di Sara Pilitteri)

Sulla questione della recente approvazione del Reproductive Health Act nello stato di New York se ne sono dette tante, tra bufale e fake news cerchiamo di fare il punto della situazione.

Rispondiamo innanztutto ad una (contro)notizia messa in giro: il limite dell’aborto fino ai nove mesi è una fake news? No, non lo é.

Il 22 gennaio 2019 la Legislatura dello Stato di New York ha approvato il Reproductive Health Act (RHA) e il Governatore Andrew Cuomo ha firmato il progetto di legge. La prima domanda da porsi è: ci sono restrizioni per l’aborto fino ai 9 mesi o va bene qualsiasi motivazione?

Da questo punto di vista, il testo è volutamente “ambiguo”. Il RHA parla di possibilità di aborto per “feti non vitali” (non morti, ma con handicap gravi) e riporta anche la dicitura “to protect the patient’s life or health”, cioè “per proteggere la vita della paziente o la sua salute” (foto in basso).

Ma cosa si intende qui per salute?
Per rispondere alla domanda, teniamo presente che negli USA valgono i precedenti legali. Un caso fondamentale nel definire che nel generico “health” rientrano anche i più soggettivi parametri emotivi e psicologici è il precedente “Doe vs. Bolton”: (http://bit.ly/2MxBLqN)
Quindi, nel mezzo, come è sempre stato fatto nel caso delle leggi sull’aborto, rientra non solo la salute fisica, ma anche quella psicologica e sociale (il caso della “nostra” Legge 194 – foto in basso– è, da questo punto di vista, paradigmatico).

D’altronde, bisogna tener presente che la legislazione precedente prevedeva comunque la possibilità di aborto “terapeutico” (che salvi immediatamente la vita della madre), anche a detta degli stessi attivisti pro-choice newyorkesi:
“What’s the big deal? Under New York State’s current law, abortions after 24 weeks are a criminal act unless they will immediately save the mother’s life. It doesn’t matter if carrying the pregnancy to term will permanently damage a woman’s health, if the fetus isn’t viable, or if the pregnancy was the result of rape or incest” (http://bit.ly/2sMD3oH).
Questo passaggio ci dice anche che le finalità sono altre: infatti aggiungono nel mazzo anche gravidanze nate da incesto e violenza sessuale (quindi feti sani e vitali).

Pertanto, come rispondere a chi, in queste ore, ci accusa di generare paranoia, disinformazione e “fake news” riguardo alla possibilità di abortire al nono mese nello stato di New York?

Bastano due considerazioni.

La prima considerazione la prendiamo direttamente dal sito degli attivisti americani che si sono prodigati affinché il RHA passasse; ed ecco i punti che si augurano per il futuro più prossimo:

NESSUN LIMITE: non dovrebbero esserci limiti gestazionali che limitino l’accesso all’aborto.
NESSUN MOTIVO: perché una persona cerca un aborto, in qualsiasi momento, non è affar nostro, e non dovrebbe essere la base per una restrizione.
NESSUNA PERSECUZIONE: dobbiamo garantire che nessuna persona venga perseguita per l’esito della sua gravidanza. NESSUN GENITORE: i minori hanno bisogno di accedere all’aborto senza il consenso dei genitori.
NESSUNA PERSONA: le leggi sulla personalità fetale separano le donne incinte dai loro diritti e dalla loro autonomia.
NESSUNA MORTALITÀ MATERNA: la mortalità materna è un problema di salute pubblica, specialmente tra le donne di colore, e dobbiamo risolverla.
NESSUN PAZIENTE DEVE ESSERE LASCIATO INDIETRO: tutti dovrebbero poter accedere e permettersi l’aborto che vogliono, quando lo vogliono, per qualsiasi motivo.
(http://bit.ly/2qAKJvH)

Insomma, solo loro stessi ad ammettere che le intenzioni sono quelle.

La seconda considerazione rimanda ad un parallelismo con la situazione italiana, dove (in teoria) l’aborto sa

rebbe permesso (fino alla 24° settimana) SOLO in caso di rischio per la salute psico-fisica: motivi che, nella realtà di fatto, comprendono qualsivoglia motivazione, finendo per comprendere tra i supposti “motivi di salute” anche la “difficoltà ad organizzare la vita” o il puro e semplice “non volere altri figli”; come dimostra il grafico in basso.

Questo ci dovrebbe far riflettere sulla “malleabilità” e l’applicabilità di leggi del genere. Infatti nonostante la legge sia chiara su come sia vietato ricorrere all’aborto con l’intento del controllo delle nascite, essa di fatto viene facilmente “bypassata” ed ignorata.

Non è affatto difficile immaginare che lo stesso processo avrà luogo adesso in America …fino al nono mese di gravidanza.

– Artículo*: Gianluca Marletta –

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