LE BOLLE DI SAPONE ESPLODONO (e gli schizzi ricadono su tutti noi!). Riflessioni sul “lockdown” esistenziale di un mondo

Vi ricordate quando due mesi fa “le sardine” si mettevano i libri in faccia al posto delle mascherine perché …“l’ignoranza è il vero virus” e via cantando? Ok …basta così! Non è mia abitudine infierire sui cadaveri dei nemici morti. Lo prendo semplicemente ad esempio di un fenomeno al tempo stesso individuale e collettivo ormai globalmente diffuso, conseguenza diretta della “pandemia 2020”: l’esplosione delle bolle di sapone psichiche dentro le quali, fino a poco tempo fa, quasi tutti noi ci beavamo.

Oggi, come d’incanto, queste bolle di sapone sono esplose, non sono sopravvissute alla crisi, ma …il vero problema è che molti (moltissimi) non se ne sono ancora accorti!

ANZI! Assistiamo sempre più, collettivamente e individualmente, ad una disperata e frenetica corsa al rifugiarsi tra i resti delle nostre ubbie, cercando di riacchiappare gli schizzi delle nostre bolle esplose o, in patetica alternativa, al ficcare la testa sotto la sabbia a più non posso!

Pochi – pochissimi in realtà – e solo con grandi difficoltà, sembrano disposti tutt’oggi ad ammettere che quell’illusione chiamata “vita ordinaria” è definitivamente svanita.

Le bolle sono esplose ma – quel che è peggio – sono esplose tutte contemporaneamente e gli schizzi ricadono su tutti noi!

E’ scoppiata la bolla di sapone del “futuro” come rifugio ai fallimenti quotidiani; è scoppiata l’illusione del sottorifugio, dell’autoinganno, dei mille e più idoli ai quali sacrificavamo la nostra vita e quella del prossimo; si è perso improvvisamente il “senso” dell’esistenza (per il semplice motivo che non lo si è mai avuto).

Scoppiano le bolle dell’edonismo piccino e infondo disperato nel quale cullavamo le nostre (spesso inutili) giornate.

Scoppia la bolla dello “splendido 50enne”, con due o tre famiglie sfasciate alle spalle, che viveva fino a due mesi fa allo scopo di “rimorchiare” 18enni in discoteca e che adesso, dopo quasi due mesi h24 su YouPorn, ha presumibilmente esaurito gli spigoli dei muri di casa dove picchiare la testa.

Scoppia la bolla dei ragazzini tutti cuffie e trap, in astinenza da spacciatori e festini, rimasti soli con l’inutilità del proprio vivere e, purtroppo, anche del proprio morire.

Scoppia in casa – insieme ai suoi gatti – la “donna rampante”, che ha sacrificato la famiglia per la carriera e che si ritrova adesso senza famiglia e senza carriera.

E chi glielo dirà, poi, al fanatico del fitness, che i muscoli che va pompando davanti allo specchio del salone quest’estate non li potrà mostrare a nessuno?

E’ scoppiata pure la bolla di sapone della religione (non della Religione con la maiuscola); abbiamo infatti capito, in questo piccolo anticipo di Giudizio Universale, quello che forse intuivamo da tempo: ovvero, che una parte cospicua dei “religiosi” in Dio non ci credono (men che meno alla sua Provvidenza, Giustizia o Misericordia).

Persino i Survivors apocalittici sono rimasti delusi …almeno finora. Specie quelli che speravano di combattere il Grande Drago dell’Armaghedon come nei videogames, a colpi di fucile e di full contact, e che adesso, al contrario, si vedono relegati al poco eccitante compito di fare la fila al supermercato in mascherina e senza AK47 e tuta mimetica.

E che dire poi ai miei colleghi insegnanti, in pieno delirio iper-attivistico? Chi avrà mai il coraggio di ricordare loro – come cantava Battiato in una canzone di tanti anni fa – che il giorno della fine non servirà l’inglese, e che vessare alunni e famiglie con video-lezioni compulsive, al di là d’ogni ragionevolezza e utilità, non è “didattica” ma solo un pernicioso tentativo di riempire il vuoto delle proprie giornate a danno degli altri?

E che cosa accadrà – chiediamocelo – quando tutti quanti noi dovremo prendere atto dell’esplosione delle bolle e dovremo farlo obtorto collo, magari in contemporanea con l’esplosione di bolle molto più concrete, come l’epidemia di disoccupazione e di povertà che incombe su intere fasce della popolazione?

ECCO: le bolle di sapone stanno esplodendo tutte, ma i loro schizzi – sotto forma di ossessioni individuali che diventano piaghe collettive – rischiano di tramutarsi in un virus ben più micidiale di quello che appesta case di cura e ospedali.

Che cosa fare dunque? Io non lo so, non ho alcuna ricetta pronta. Soprattutto, da vecchio pessimista reazionario, non ho mai creduto che l’uomo si possa “salvare da solo”, né tantomeno che sia “naturalmente buono” e men che meno “saggio”; convinto anzi che l’uomo – a partire dal sottoscritto – sia un essere radicalmente corrotto e decaduto.

Per questo, per quanto mi riguarda, io alzo gli occhi al Cielo, certo senza rinunciare a fare tutto il possibile e l’impossibile in terra. Ma convinto, alla fine, che se il combattere è un nostro dovere, il trionfare appartenga a Dio.

Perché, come suona un’altra canzone di Battiato – figura di cui non condivido alcune prospettive ma a cui non si può non riconoscere un grande valore artistico – se ti senti male rivolgiti al Signore. Perché credimi siamo niente, dei miseri ruscelli, senza Fonte…

Artículo*: Gianluca Marletta

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